Fumetto Sballato ma tanto amato - Parte 1
Hola, gente!
Questo non vuole essere il solito provolone su: "Raccontami il fumetto che ti piace di più" o "Fumetto: i grandi classici" e, siccome ci siamo tutti abbondantemente spignattati la minchia dei soliti discorsi (tanto quelli potete sempre leggerli in qualsiasi altro post di Facebook), ci facciamo dire da cinque dei nostri sceneggiatori quali sono i loro PERFETTAMENTE IMPERFETTI fumetti preferiti.
Linea allo studio!
Alessandro Di Virgilio (Sceneggiatore di "Aeterna" - Prossima pubblicazione Noise Press)
Dovendo scegliere un fumetto che più mi ha colpito e che mi
è rimasto nel cuore e nella mente, non ho dubbi. Si tratta de “Le straordinarie
avventure di Pentothal” di Andrea Pazienza, che lessi, per la prima volta, nel
1982 nell’edizione della Milano Libri, con la famosa prefazione di Oreste Del
Buono.
Il perché è presto detto. Al pari di quello che, musicalmente parlando, ha rappresentato per me “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, il fumetto del grande Paz mi aprì la mente e nulla fu più come prima.
Curioso che entrambe le opere parlino del disagio di vivere? Forse no.
Il perché è presto detto. Al pari di quello che, musicalmente parlando, ha rappresentato per me “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, il fumetto del grande Paz mi aprì la mente e nulla fu più come prima.
Curioso che entrambe le opere parlino del disagio di vivere? Forse no.
Metà anni ottanta: l’universo (e gli artisti) della Dc
Comics sono ancora scossi da Crisi sulle terre infinite, un gigantesco crossover ideato per far pulizia delle mille terre
parallele e rivelatosi una pezza peggiore del buco.
Vi chiamano per lavorare su Justice League ma senza poter utilizzare Superman, Wonder Woman, Flash, Aquaman e Green Arrow: Batman ve lo prestano giusto il
tempo di qualche albo. Praticamente dovete cucinare senza gli ingredienti; aggiungete che in quel periodo il dramma e il dark sono elementi
fondanti di molti fumetti di successo.
E voi che fate? Puntate su protagonisti di
secondo piano, su dialoghi freschi e divertenti e rompete gli schemi classici,
tutto questo con un tratto plastico e elegante.
Complimenti avete appena creato un fumetto
che venderà più di 150000 copie al mese, resterà una pietra miliare e darà uno
scossone all’intero panorama fumettistico.
Vi chiamate Jean Marc DeMatteis, Keith Giffen e Kevin Maguire e io vi ringrazio.
Andrea Giovalé (Sceneggiatore di "The Steams Chronicles 02")
Il mondo dei
fumetti è estremamente generoso. È generoso perché un ragazzo di appena 11 anni
che, nel 2001, si affacciava timido al suo secondo decennio di letture, ha
potuto ritrovare, rinati nell’attualità, il suo primo amore fumettistico: gli
X-Men. Gli autori di quel Gente di domani, Mark Millar e i fratelli Kubert,
sembravano voler inaugurare il neonato Universo Ultimate nel segno di un ritmo
sfrenato e un’azione corale esplosiva, ma sempre perfettamente bilanciata.
Insomma, fu un nuovo colpo di fulmine, di cui il tuono riecheggia tuttora.
Chissà cosa ne direbbe Tempesta.
Paolo Maini (Sceneggiatore di "A Sort of Fairytale")
Ho sempre adorato
(e nel contempo odiato?) il dualismo e la precisa “scostanza” artistica di
Grant Morrison.
Spero mi
perdoniate, dunque, se scelgo di pescare “di fino” nel mare magnum della sua
vertiginosa creatività, ma non posso (e non voglio!) fare a meno di parlarvi di
WE3.
Nata nel 2004 come
miniserie di tre numeri edita da Vertigo, WE3 (NOI 3) è un saggio profondo e
per nulla scontato sulla biunivoca interazione uomo, animale, macchina. A
troneggiare sulla vicenda troviamo tre tra i più comuni animali da compagnia;
un cane(1), un gatto(2) e un coniglio(3) sottratti alle loro rispettive
famiglie per essere imprigionati in tre esoscheletri aventi il compito di
esaltare le peculiarità “aggressive” e fisiche delle tre specie per fini,
ovviamente, bellici.
Fin qui la storia
potrebbe sembrarvi bizzarra. Sui generis, sì… ma in qualche modo scontata.
Eppure bisogna tener conto dell’impeccabile estro di Morrison nel
caratterizzare non solo l’essere umano, ma anche tre animali, come nella
fattispecie del caso, con personalità, interazioni e dialoghi (sì, i 3 parlano)
degni del miglior professor Dolittle di sempre. Un’interpretazione autentica
dell’umanità animale che trascende, in tutto e per tutto, quella umana.
Credetemi quando vi dico che arriverete al sincero punto di odiare tutte quelle
caratteristiche che ci rendono animali imperfetti e privi di qualsivoglia
onorevole controllo una volta gustato l’albo in questione. Perciò fidatevi! Non
ne resterete delusi e, nella migliore delle ipotesi (ammesso che siate più
fieri animali che umani), arriverete anche al punto di commuovervi… così come è
capitato al sottoscritto.
Spendo un’ultima
parola a favore delle magnifiche (e sicuramente uniche) soluzioni grafiche
adottate dall’incommensurabile talento di Frank Quitely che con questo albo ci
regala una super lezione di dinamismo e caratterizzazione dei personaggi.
Paul Izzo (sceneggiatore di "The Steams Chronicles 02)
Giara di stolti è
uno di quei fumetti che hanno la (rara) dote di catturare il lettore con
personaggi deliziosi che ti si appiccicano addosso e ti trascinano nel loro
mondo surreale e borderline, Ernie e i suoi "amici" sono reali come
pochi ma allo stesso tempo fantasiosi proprio come quelli di una storia ben
scritta che sappia coinvolgerti dall'inizio fino alla fine.
Ernie Weiss, il
protagonista, è un illusionista fallito con un lutto familiare non elaborato,
con lui Al Flosso, maestro e mentore, Esther O'Dea, ex fidanzata di Ernie e
Nathan Lender, tutti personaggi che non si dimenticano facilmente.
Jason Lutes si
dimostra un autore con quella urgenza che solo i narratori di razza sanno
esprimere e la scelta di utilizzare il bianco e nero
esalta una storia fortemente onirica. Un lavoro eccelso,
a mio parere, che ben si spiega nelle parole dell'autore: "mi proponevo di
creare un'esperienza di forte intensità".
Se riuscite
recuperatelo, ne vale la pena.
Curioso che entrambe le opere parlino del disagio di vivere? Forse no.Dovendo scegliere un fumetto che più mi ha colpito e che
mi è rimasto nel cuore e nella mente, non
ho dubbi. Si tratta de
“
Le straordinarie avventure di Pentothal
”
di Andrea Pazienza, che lessi, per la
prima volta, nel 1982 nell
’
edizione della Milano Libri, con la famosa prefazione d
i Oreste Del
Buono.
Il perché è presto detto. Al pari di quello che, musicalmente parl
ando, ha rappresentato per me
“
The
Dark Side of the Moon
”
dei Pink Floyd, il fumetto del grande Paz mi aprì la mente
e nulla fu più
come prima.
Curioso che entrambe le opere parlino del disagio di viver
e? Forse no.
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