MAMBO MAGICKA VOODOO CHILD, AKA LE ORIGINI
Bologna,
stazione, poco prima del treno di mezzanottemezza.
«Ma sai che
alla fine non abbiamo mai fatto un fumetto insieme?»
«Vero!
Dobbiamo rimediare. Che storia ti piacerebbe disegnare?»
«Sai cosa, in
questo periodo? Roba tipo maghette. Tipo Sailor Moon.»
«Tipo Sailor
Moon? Ok, pensiamoci su.»
Imola, qualche giorno dopo, in chat.
«Ci ho pensato su... ma se invece di maghette fossero mambo voodoo? E se non si trasformassero, ma venissero possedute dai Loa?»
Ci sono un
sacco di storie sul voodoo.
La nostra
preferita è che fu proprio un rituale in onore degli dei voodoo, i Loa,
ad aprire le danze della rivolta degli schiavi del 1791 contro gli schiavisti
bianchi, tutta quella brava gente convinta fosse assolutamente normale
vedere altre persone in catene morire, davanti a loro, di fatica o di percosse,
facendo una vita che non avrebbero mai voluto fare.
(a proposito:
2019, smettila di cosplayare il 1791!)
Più leggi del
voodoo più per me è impossibile non restarne affascinati. Il fatto che sia nato
nella ribellione, che abbia preso le tradizioni degli oppressi e degli
oppressori e le abbia fuse in qualcosa di nuovo, la rende la religione che
nella mia ingenuità da esterno non esiterei a definire punk.
Se parliamo di
voodoo, ci vengono in mente gli zombi e le fatture a morte, ma mi sento quasi
scemo a puntualizzare che in realtà non ne conosciamo nulla. Sapevate, ad esempio, che potrebbe essere uno dei culti
più gay friendly? Ci sono molte tradizioni che dipingono alcuni loa
come dichiaratamente (e fieramente) omosessuali. Uno lo abbiamo messo nella
nostra storia, Ghede Nibo, intermediario tra i vivi e i morti.
E questo ci
porta ai Ghede, i loa preposti al trapasso. Come fai a non amarli? sono spesso
rappresentati con un invidiabile senso dell'umorismo, una lingua tagliente e un
carattere tale da volerci passare una serata a chiacchierare e bere rhum
(lasciandone buona parte a loro, beninteso). Sono divinità della morte che
amano un sacco la vita, e non è un caso che siano tra i protettori dei bambini.
Molti loa sono dipinti in termini terreni e umani. Molti di loro, sono
perfino stati esseri umani, poi diventati spiriti antenati e poi divinizzati.
Insomma,
quando ne avevo parlato a Peteliko avevo in mente di fare non dico una parodia,
ma una cosa abbastanza leggera. E invece ci siamo trovati con qualcosa di più
grande e complesso e le cose sono cambiate.
Sarebbe stato
una storia di maghette, questo era il punto di partenza.
In Giappone,
esiste una tradizione molto sentita riguardo le majokko, le ragazzine che
possono trasformarsi in maghe supereroine: ci rientrano Cutie Honey di
Go Nagai, ma noi le abbiamo più presenti
grazie a Bia, Sailor Moon, Madoka Magicka (quest'ultimo in particolare è bellissimo, guardatevelo!).
Avremmo
ambientato in Italia: purtroppo qui non abbiamo una grande rapporto coi loa,
ma se c'è una cosa che in Giappone fanno sempre con queste storie è riportare
ogni mito e ispirazione di partenza nella loro terra (poi questa scelta ha
assunto anche un altro significato, ma ne parleremo un'altra volta).
Secondo punto:
sarebbe stata una storia di adolescenti, sia perché è sempre così nei manga majokko,
sia perché prima si parlava di ribellione, giusto? E sarebbe stata anche una
storia di rapporto con la morte per tante ragioni, tra cui il fatto che i Ghede
sono in fondo i più iconici. E forse i più disposti a scherzare con noi, che li
stavamo trascinando in un fumetto.
Terzo punto:
non volevamo zombi. Ok, gli zombi sono nati dal voodoo, ma nelle storie finiscono
per mangiarsi tutto come nella realtà: se li metti in un racconto, ecco che
quello diventa un racconto di zombi.
Anche il
voodoo ha i suoi babau, però.
E qui mi tocca
parlare un attimo di François “Papa Doc” Duvalier e dei Tonton Macoutes. Nel
folklore haitiano Tonton Macoute è il nome dell' “uomo nero” che infila
i bambini cattivi in un sacco di juta e se li porta via, presumibilmente per
farci uno spuntino.
Ora, negli
anni Sessanta François Duvalier instaurò un regime di terrore su Haiti. Sfruttò
la paura e la superstizione per mettere in scena tutti i lati più oscuri del
voodoo: si presentava come posseduto dal Baron Samedi, il loa della
morte, e trasformò la sua dittatura in una messinscena del terrore, usandola
per la sistematica sospensione dei diritti umani. In questo clima, Tonton Macoutes fu il
nome che prese la sua polizia segreta, molto simili alle loro controparti
mitologiche nello spargere terrore e violenza tra le persone.
I nostri
Tonton hanno una storia molto diversa e si può dire che li abbiamo molto
piegati alle nostre esigenze narrative, però restavano dei cattivi perfetti.
Così, insomma,
Mambo Magicka Voodoo Child è cresciuto. È diventato un manga majokko senza
essere un manga, ma anche una storia di adolescenti, di accettazione o meno
della morte, di accettazione o meno degli altri.
Perché i loa
non invadono il tuo corpo, li devi invitare. Accogliere.
E vedrete che
questa faccenda dell'accogliere, nella nostra storia diventerà molto più che
importante.
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Cristiano Brignola è uno sceneggiatore appassionato di Magia e di Anime (cartoni animati giapponesi, non quelle degli esseri viventi). Mambo MAgicka Voodoo Child è il primo lavoro per la Noise Press.
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