Dovevo fare l'arrotino (e invece faccio il grafico) - Parte II
Dovreste ringraziarmi, gioire e
ringraziarmi perché, nonostante il caldo di Agosto e la pressione pre-Lucca,
riprendo il mio sproloquio sulla progettazione grafica di un albo a fumetti.
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Si
parlava, l’ultima volta, delle linee giuda che il grafico dà a disegnatori,
coloristi e letteristi per ben comporre gli interni di un albo o volume, ma
tutto il resto? Ecco, arriviamo subito ai successivi punti salienti e dolenti
della nostra disgraziata professione.
LOGHI
E TESTATE (contro il muro): nei casi più fortunati, quelli in cui il
disegnatore consegna il fumetto corredato dal logo di testata (nel caso
specifico si ringrazia Lorenzo Maglianesi: ti voglio un gran bene), il grafico
deve solo inquadrarlo nel template di copertina, posizionarlo armonicamente con
il disegno e aggiungere il resto: logo della casa editrice, prezzo e l’orrendo,
inguardabile, malanno di ogni grafico CODICE A BARRE!
Lorenzo da Maglianesi, prega per noi! |
In caso contrario, il
Titolo del fumetto va progettato di sana pianta e only God knows le madonne che
partono: bisogna tener conto del mood della storia, dell’ingombro che la
scritta deve occupare in copertina, della visibilità e leggibilità del testo
(può essere figo quanto vuoi ma se poi anziché leggere DEAD BLOOD si legge LORD
BOLTON -e qui ogni riferimento a cose o persone esistenti è puramente casuale- capirete
che diventa un problema). Ultimo fra tutti il tanto temuto OK da parte dell’editore
e dell’autore del progetto.
Lord Bolton - Protettore di tutti i grafici. |
COPERTINE
E CONTENUTI EXTRA: A differenza dei libri di narrativa, nei fumetti e nei libri
illustrati la grafica interna è solitamente più ricca e curata.
Personalmente
trovo la progettazione della grafica degli interni la parte più divertente di
tutte: dopo aver letto e studiato il contenuto e la storia scelgo una colonna
sonora che mi faccia entrare meglio nel mood del progetto, spengo il PC e
lascio che il tutto sedimenti (non chiedetemi che nesso corra tra “A Sort of
Fairytale 1” di Paolo Maini e Ludovica Ceregatti e “The Sweetest Thing degli U2…
per me è la sua OST).
Trova il nesso. |
Dopo
un periodo variabile di giorni che va da “Scendo un attimo da Apu a prendere
due birre” a “Scendo un attimo a Reggio Calabria dai miei a farmi un bagno al
mare”, nella mia testolina bacata si accende il pedante neurone X che corre
velocissimo e comincia a bussare in maniera sempre più assillante finché,
esasperata, non sono costretta ad abbandonare birra, pinne, fucile ed occhiali
e mettermi su Illustrator. A quel punto tutto viene da se: le idee prendono
forma e, salvo i rari casi in cui devo aspettare che il disegnatore o lo
sceneggiatore mi forniscano materiali mancanti, in una manciata di ore il
volume è completo.
SCELTA
DELLA CARTA: Un’altra divertentissima fase è la scelta della carta. Chi segue
la nostra pagina Facebook si sarà sicuramente imbattuto in qualche post che titolava
“Noise Press in gita a Padova da Peruzzo Industrie Grafiche”.
Peruzzo
è la tipografia che segue e confeziona i volumi Noise Press. Solitamente, al
momento di scegliere il supporto su cui stampare il fumetto di turno, io, Luca
e a volte anche l’autore dello stesso, partiamo alla volta della nostra adorata
tipografia. Mentre il nostro Direttore editoriale e Lorenzo Menini
(responsabile commerciale Peruzzo) studiano piani malvagi per conquistare il
mondo, io, l’autore e Gianluca Politi (responsabile che segue la scelta di
carta e stampa) passiamo ore di follia a pontificare su resa del colore,
consistenza al tatto, foliazione, rilegatura e figaggini varie di copertina.
Inutile dire che esco di lì frastornata ma felice come una bambina dopo il suo
primo giro in giostra.
VISTO
SI STAMPI: Ultima fase nonché step “Ora o mai più” è l’invio dei file alla
tipografia che si occuperà della stampa. Nel nostro caso c’è un uomo, un grande
uomo che io amo dal profondo del mio cuore che si chiama Paolo Carnovalini, il responsabile
della prestampa della suddetta tipografia che, sono onesta, rende questa fase,
actually a dir poco traumatica, il più indolore possibile. Questo squisito
signore segue questo delicatissimo step dall’invio dei file, al controllo delle
prove cianografiche (quelle che servono a verificare che le tavole siano poste
correttamente in ordine cronologico e che l’impaginazione sia giusta) e mi dà
sostegno morale quando pronuncio le fatidiche parole VISTO, SI STAMPI!
Sì,
perché nessuno pensa alla solitudine del grafico, ultima rotella di un
complesso ingranaggio, colui che ha l’onere di chiudere il lavoro; lui che ha
la patata bollente in mano per ultimo (i soliti cretini all’ultimo banco: DAL
PRESIDE!) e l’unico a prendersela in cu…
se il volume stampato faccacare -salvo errori tipografici, ma questo a Peruzzo
non succede. Mai.
Se
tutto è andato come doveva e non ci sono contrordini, in una manciata di giorni
arriva in redazione il neonato fumetto e l’angoscia di aprirlo per la prima
volta per verificare che non ci siamo errori. Ovviamente io sono la prima che,
armata di una sovrumana dose masochista, autolesionista e autocritica, corre
ad acciuffare una copia e a studiarsela minuziosamente.
VARIE
ED EVENTUALI: Come avrete subodorato tengo moltissimo alla Noise e alla sua immagine
perché, sembra banale dirlo, facendo fumetti credo che il lato visivo ed estetico
sia fondamentale. A tal proposito, oltre ad occuparmi di tutto ciò di cui vi ho
parlato, il mio zampino compare nelle immagini dei post di social e sito, nelle
grafiche e gli allestimenti che compongono gli stand Noise Press alle
manifestazioni.
Per
me è tutto, ci rivediamo a Lucca Comics dove potrò interrogarvi per capire se
avete letto il blog con attenzione e, in caso negativo, guardarvi con il mio
sguardo di infinito sdegno!
See
you! <3
Alessandra Delfino è la responsabile del reparto grafico della Noise Press. Nel tempo libero guarda con sdegno le persone (che lo meritano).
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